A girl lies sleeping with electrodes attached to her body. A man and a woman are looking at her through a one-way glass window from the next room.
Una ragazza giace addormentata. Ha degli elettrodi attaccati al corpo. Un uomo e una donna la osservano dall’altra stanza, dietro uno specchio unidirezionale.
“Waste of time and money,” says the man. “An illiterate kid from a stone quarry? What could she possibly contribute to the project?”
“È una perdita di soldi e di tempo” esclama l’uomo. “Una bambina analfabeta dalla cava? Che contributo può mai dare al progetto?”
“Hardly a kid. She’s at least 16,” says the woman. “Come on, we’re making history. First ever experiment in collective dreaming.”
“Bambina non direi. Avrà almeno 16 anni”, risponde la donna. “Forza, stiamo facendo la storia. È il primo esperimento mai condotto sul sogno collettivo.”
To her right is a screen that takes up an entire wall. The 311 participants in the experiment are now all asleep. Her poised finger jabs the keyboard.
Alla sua destra c’è uno schermo che occupa l’intera parete. I 311 partecipanti all’esperimento sono tutti addormentati. La donna preme qualche tasto con il dito.
The girl’s dream. Shards of memory. She’s watching her father at work. The wooden skeleton of the great loom, the finished tapestries hanging on the wall. Clackety-clack goes the loom. The river floods, sweeping her parents away. The loom comes apart: colored threads in the water. The sound of hammer striking stone. The choking dust. The quarry at night. Young people around the fire.
Il sogno della ragazza. Schegge di memoria. Guarda suo padre mentre lavora. Lo scheletro ligneo del grande telaio, gli arazzi terminati appesi alla parete. Il telaio fa clac-clac. Il fiume straripa, spazza via i suoi genitori. Il telaio va in pezzi: fili colorati si disperdono nell’acqua. Il rumore del martello che batte la pietra. Il pulviscolo soffocante. La cava di notte. Giovani intorno al focolare.
She lifts a bubbling pot of rice from the flames. Someone douses the fire, and she lowers the pot into an insulator they made out of clay and straw. The rice cooks with its own heat. The taste of hot rice and spiced oil.
Toglie dal calore una pentola in cui bolle del riso. Qualcuno spegne il fuoco e lei adagia la pentola in un isolatore che avevano ricavato da argilla e paglia. Il riso cuoce da solo. Il sapore del riso bollente e dell’olio speziato.
But look, there are strangers in her dream. So many unfamiliar, bewildered faces. And beside her, a boy, about 12, holding in his arms a large clock.
Ma, guarda, ci sono degli estranei nel suo sogno. Tantissimi volti frastornati, ignoti. E, accanto a lei, un ragazzo di circa 12 anni con un grosso orologio fra le braccia.
“Sync successful. Activating stage two.”
Sincronizzazione riuscita. Attivazione fase due.
Suddenly, the 311 dreaming people are high up in the air. The Earth dawns below them swathed in green and blue, punctuated by clouds and storm formations. The most beautiful tapestry the girl has ever seen.
Improvvisamente, i 311 sognatori fluttuano in aria. La Terra sorge sotto di loro avvolta nel verde e nel blu, qua e là, nuvole e temporali nascenti. L’arazzo più bello che la ragazza abbia mai visto.
“Father,” she whispers, although he's been dead two years. “Father, the world itself is a weave, a living garment.”
“Padre”, mormora, anche se è morto da due anni. “Padre, anche il mondo è intessuto, è un indumento vivo.”
Slowly, they fall through the air and then they see ... a vast swath of forest veined and spotted with fire, a gray wall of water crashing down on a bleak shore, drowning islands ringed with plastic refuse, beached carcasses of dead whales, ant-like figures in their millions walking away from desertified landscapes: ruined fields, destroyed forests. The grief that envelops the girl is so enormous a thing that she can only take it in through small, gasping breaths of pain.
Piano, scendono dall’aria e poi vedono... una fitta porzione di foresta attraversata da vene e macchie infuocate, un grigio muro d’acqua che si frange su una squallida riva, inghiottendo isole circondate da rifiuti di plastica, carcasse spiaggiate di balena, milioni di sagome grosse come formiche che si allontanano da paesaggi deserti: campi rovinati, foreste distrutte. Il cordoglio che la assale è una cosa talmente grande che riesce a mandarlo giù solo con brevi, dolorosi singhiozzi.
She alights with the others on a featureless plain under a vast, brooding sky. There’s the boy with the clock in his arms. The thumping of the girl’s heart keeps time with the boy’s clock, an urgent, rapid beat. Tuck, tuck, tuck, tuck, tick-tock, tick-tock. Something’s coming.
Si posa con gli altri su un’anonima pianura sotto uno sconfinato cielo plumbeo. C’è ancora il ragazzo con l’orologio tra le braccia. Il battito del cuore di lei va all’unisono con il ticchettio, rapido, incalzante. Bum, bum, bum, bum, tic-tac, tic-tac. Sta arrivando qualcosa.
“Warning: this is not in the program.”
“Attenzione: questo non è previsto dal programma.”
Bearing down upon them is a whirlwind. A chimera of storm clouds and plastic rubbish and burning trees. A monster made of hot dust and angry water. People scream and run, but the boy with the clock is standing still, watching. Tick-tock, tick-tock, tick-tock.
Incombe su di loro un turbine. Un miraggio di nubi temporalesche, immondizia di plastica, alberi in fiamme. Un mostro di incandescente sporcizia e acque agitate. Le persone gridano e scappano, ma il ragazzo con l’orologio resta fermo e osserva. Tic-tac, tic-tac, tic-tac.
“Why aren’t you running?” asks the girl.
“Perché non scappi?” chiede la ragazza.
“I’m studying the unraveling of the world,” says the boy, earnestly. “That’s what this monster represents in our dream. I’m an engineer and a knowledge-seeker. Pleased to meet you.”
“Studio la fine del mondo”, confessa lui. “È questo, che rappresenta il mostro nel nostro sogno. Sono un ingegnere e un ricercatore di sapere. Piacere di conoscerti.”
She turns away. There’s a storm inside her: grief and memory and anger. She takes a deep breath and walks toward the monster. She stands before it. A thin, dark girl in a tattered, green sari. Her hair is whipped loose from its braid, and the end of her sari unfurls like a flag.
Gli volta le spalle. Dentro di lei, una tempesta: dolore, memoria, rabbia. La ragazza fa un respiro profondo e cammina incontro al mostro. Gli si para davanti. Una ragazzina bruna, in un sari verde e sbrindellato. I capelli le sfuggono dalla treccia, e l’orlo del suo sari si srotola come una bandiera.
“Stand back,” shouts the boy in alarm. “Let me figure out the control mechanism.”
“Sta’ indietro!” grida allarmato il ragazzo. “Fammi capire il meccanismo di controllo.”
Bending her head, straining against the wind, the girl walks into the monster. The monster has a middle with a quiet place. She sits on the bare ground and looks up at the towering vortex around her. A rain of debris patters down. There is a deep rumble, and she thinks she hears the monster say, “Why?”
A testa china, sfidando il vento, la ragazza avanza dentro il mostro. Al centro del mostro c’è un luogo di pace. Si siede sul terreno spoglio e guarda in alto, al vortice torreggiante che la circonda. Una pioggia di detriti rotola giù. C’è un brontolio profondo, e pensa di udire la voce del mostro: “Perché?”
“To learn,” says the girl. “I’ve lost everything -- lost my chance to learn at school. Teach me.”
“Per imparare”, dice la ragazza. “Ho perso tutto, anche l’occasione di imparare a scuola. Insegnami.”
To the boy outside with the clock in his arms, the girl has been consumed by the monster. In the lab, the man and woman look through the window at the girl’s twitching body. Alarms sound from the instruments monitoring her vital signs.
Per il ragazzo che aspetta fuori con l’orologio fra le braccia, la ragazza è stata consumata dal mostro. L’uomo e la donna in laboratorio guardano dallo specchio il corpo della ragazza che si contorce. Gli strumenti di monitoraggio dei parametri vitali suonano impazziti.
At last, the girl emerges from the monster. The monster is retreating over the horizon. The plain is littered with debris. The girl has cuts on her face and arms. She walks up to the boy and speaks to him urgently. Then they turn and face the waiting people.
Alla fine, la ragazza riemerge dal mostro. Il mostro si ritira all’orizzonte. La pianura è cosparsa di rifiuti. Lei ha dei tagli sul viso e sulle braccia. Si dirige verso il ragazzo e gli parla concitata. Poi si voltano a fronteggiare le persone in attesa.
“My teacher taught me,” says the girl, “that the world is a living tapestry. The wind and the waves are woven together with the forests and grasslands, threaded with the deserts and snowy regions, and all living things are knit together in mutuality. Although each place has its own pattern, the tapestry is one. As the weave of life is torn apart in one place, the threads unravel in another.”
“Il mio maestro mi ha insegnato”, esclama la ragazza, “che il mondo è un arazzo vivo. Il vento e le onde vengono tessute insieme alle foreste e alle praterie, ricamate coi deserti e le regioni nevose, e tutte le cose viventi esistono fra le maglie della reciprocità. Anche se ogni luogo ha una propria trama, l’arazzo è uno solo. Quando il tessuto della vita viene strappato in un punto, il filato si disfa in un altro.”
She and the boy confer again. “See my clock,” says the boy, urgently to the crowd. “It has components with clearly defined functions so you can adjust and control. Treat each part separately. You can tinker with it from the outside. The clock was my orienting metaphor for the world. But the world is not like a clock, is it?”
Si rivolge di nuovo al ragazzo. Lui dice impaziente alla folla: “guardate il mio orologio”. “Ha delle componenti con funzioni chiaramente definite così si può regolare e controllare. Si può trattare singolarmente ogni parte. Si può provare ad aggiustarlo da fuori. L’orologio era la mia metafora del mondo. Ma il mondo non è come un orologio, giusto?”
He sets his clock on the ground. Tick-tock, tick-tock, tick-tock.
Mette l’orologio a terra. Tic-tac, tic-tac, tic-tac.
“Come on,” says the girl to the watching people.
“Presto”, dice la ragazza agli astanti.
She and the boy start putting the scattered debris together, and some of the others join them. A structure starts to emerge. An enormous loom of strange design. The girl tosses her insulating pot into the loom, and it turns into a thick spool of multicolored yarn. There are levers for feet and hands, and with a creak and a groan, the loom begins to work. The fabric unfolds: a mesmerizing tapestry of shifting colors and patterns.
Lei e il ragazzo cominciano a raccogliere i rifiuti insieme, qualcun altro si unisce a loro. Comincia ad emergere una struttura. Un telaio enorme di bizzarra fatta. La ragazza getta nel telaio la pentola isolante, e si trasforma in una spessa bobina di filato variopinto. Ci sono leve per gambe e braccia, e, lamentandosi e scricchiolando, il telaio comincia a lavorare. La stoffa si dipana: un arazzo ipnotico dai colori e disegni cangianti.
“What should I do with my clock?” asks the boy, picking it up.
“Cosa devo farne del mio orologio?“, chiede il giovane, raccattandolo.
Tick-tock, tick-tock, tick-tock.
Tic-tac, tic-tac, tic-tac.
But now the sound of the loom is getting louder.
Ora, però, il suono del telaio è più forte.
Dahganah, denah, dahganah, dahganah, denah, dahganah, goes the loom.
Dahganah, denah, dahganah, dahganah, denah, dahganah, fa il telaio.
“Throw it in!”
“Buttalo dentro!”
So the boy picks up the clock and tosses it into the loom. When it hits the tapestry, it breaks up. A fountain of silver glitter scatters over the weaving. Look, each bit of glitter has turned into a tiny clock woven with the fabric. The frantic ticking is slowing down to accommodate the rhythm of the loom.
Così il ragazzo raccoglie l’orologio e lo lancia nel telaio. Quando colpisce l’arazzo, si rompe. Una fontana di lustrini argentei si sparpaglia sul tessuto. Guarda, ogni singolo lustrino è un minuscolo orologio tessuto nella trama. Il ticchettio frenetico rallenta per adattarsi al ritmo del telaio.
“We’re reweaving the world!” shouts the girl, and the dreamers find themselves within the tapestry -- not outside, but in it. Even the man and woman in the lab, even you and me here in this room, being woven back into the fabric of the world.
“Stiamo tessendo di nuovo il mondo!” grida la ragazza, e i sognatori scoprono di stare nel disegno, non fuori, ma dentro. Perfino l’uomo e la donna del laboratorio, perfino io e te, in questa stanza, veniamo ritessuti nella stoffa del mondo.
Tick-tock, tick-tock, tick-tock, tick-tock.
Tic-tac, tic-tac, tic-tac, tic-tac.
Dahganah, denah, dahganah, dahganah, denah, dahganah.
Dahganah, denah, dahganah, dahganah, denah, dahganah.
Thank you.
Grazie.
(Applause and cheers)
(Applausi e acclamazioni)