If you were to place all the rice consumed each year on one side of a scale, and every person in the world on the other, the scale would tip heavily towards rice's favor. This beloved crop contributes over 20% of the calories consumed by humans each year. Korean bibimbap, Nigerian jollof, Indian biryani, Spanish paella, and countless other culinary masterpieces all begin with rice. So how did this humble grain end up in so many cuisines?
Se su una bilancia si mettesse da un lato tutto il riso consumato ogni anno e dall’altro tutte le persone del mondo, la bilancia penderebbe notevolmente a favore del riso. Questa amata coltura contribuisce a oltre il 20% delle calorie consumate dall’uomo ogni anno. Il bibimbap coreano, il jollof nigeriano, il biryani indiano, la paella spagnola e innumerevoli altri capolavori gastronomici hanno alla base il riso. Ma come ha fatto questo umile cereale a finire in così tante cucine?
The roots of rice go back thousands of years to when early farmers in Asia, Africa, and South America each independently domesticated the crop. First came Asian rice, which many plant geneticists believe originated in what's now China. Over 10,000 years ago, nomadic hunters in the region began gathering and eating seeds from a weedy grass. Then, around 9,000 years ago, they started planting these seeds, prompting nomadic hunters to settle into farming communities. With each harvest, growers selected and replanted seeds from the rice plants that pleased them most— like those with bigger and more plentiful grains or aromatic flavors. Over millennia, thousands of varieties of Asian rice emerged.
Le sue origini risalgono a migliaia di anni fa, quando i primi contadini in Asia, Africa e nel Sud America addomesticarono la coltura in modo indipendente. Il primo fu quello asiatico, che molti genetisti vegetali ritengono sia originario dell’attuale Cina. Oltre 10.000 anni fa, i cacciatori nomadi della regione iniziarono a raccogliere e mangiare semi di un’erba infestante. Poi, circa 9.000 anni fa, iniziarono a piantare questi semi, inducendo i cacciatori nomadi a stabilirsi in comunità agricole. A ogni raccolto, i coltivatori selezionavano e ripiantavano i semi delle piante che più li soddisfacevano, come quelle con molti e grandi chicchi o con sapori aromatici. Nel corso dei millenni, sono emerse migliaia di varietà di riso asiatico.
A relative of the same weedy grass was also domesticated in Africa around 3,000 years ago. Today, its growth is mostly limited to West Africa. South American growers also domesticated rice around 4,000 years ago, though the crop was lost after the arrival of Europeans.
Un parente della stessa erba infestante è stata addomesticata anche in Africa circa 3.000 anni fa. Oggi, la sua diffusione è limitata perlopiù all’Africa occidentale. Anche il Sud America ha addomesticato il riso circa 4.000 anni fa, ma la coltura andò perduta dopo l’arrivo degli europei.
Asian rice, however, spread widely, and is now a cornerstone of diet and culture in Asia and beyond. In India and Nepal, many Hindus mark an infant's transition to solid foods with a ceremony known as Annaprashan, where the baby tastes rice for the first time. in Japan, rice is so central to diets that the word "gohan" means both "cooked rice" and "meal."
Tuttavia, il riso asiatico si è ampiamente diffuso ed è ora una pietra miliare della dieta e della cultura asiatica e non solo. In India e Nepal, molti induisti celebrano la transizione dei neonati ai cibi solidi con una cerimonia nota come “Annaprashana”, dove il bambino mangia il riso per la prima volta. in Giappone, il riso è così importante nelle diete che la parola <i>gohan</i> significa sia “riso cotto” che “pasto”.
The global expansion of rice cultivation was only possible because the plant can grow in many climates— from tropical to temperate. As a semi-aquatic plant, rice happily grows in submerged soils. Many other crops can't survive in standing water because their root cells rely on air within soil to access oxygen. But rice plants have air channels in their roots that allow oxygen to travel from the leaves and stems to the submerged tissues. Traditionally, growers plant rice in paddy fields— flat land submerged under as much as 10 centimeters of water throughout the growing season. This practice returns high yields since many competing weeds can't hack it in the aquatic environment. But the technique is also water intensive. Rice covers 11% of global cropland, but uses over a third of the world's irrigation water.
La diffusione mondiale della coltivazione del riso è stata possibile solo perché la pianta si adatta a molti climi: da quelli tropicali a quelli temperati. Essendo una pianta semiacquatica, il riso cresce tranquillamente in terreni sommersi. Altre colture non sopravvivono nelle acque stagnanti perché le loro cellule radicali si affidano all’aria nel suolo per accedere all’ossigeno. Ma le piante di riso hanno canali d’aria nelle radici che permettono all’ossigeno di viaggiare da foglie e steli ai tessuti sommersi. Tradizionalmente, i coltivatori piantano il riso nelle risaie, terreni pianeggianti sommersi fino a dieci centimetri d’acqua durante la stagione vegetativa. Ciò consente di ottenere grandi rese poiché molte erbacce concorrenti non sopravvivono in acqua. Ma tale tecnica richiede anche molta acqua. Nel mondo, il riso occupa l′11% delle terre coltivate ma usa oltre un terzo dell’acqua dell’irrigazione mondiale.
This form of rice production also pumps out a surprising amount of greenhouse gas emissions. Flooded fields are the perfect breeding grounds for microorganisms known as methanogens. These microscopic lifeforms thrive in environments lacking oxygen, because they evolved when the Earth contained little of this gas. Methanogens are the only organisms known to produce methane— a greenhouse gas 25 times more potent than carbon dioxide at trapping heat in the atmosphere. Cows, for example, are infamous for burping out methane due to methanogens in their stomachs. In a flooded paddy field, methanogens set to work eating away at organic material in the submerged soil and multiplying rapidly, all the while releasing copious amounts of methane. The result: rice cultivation contributes around 12% of human-caused methane emissions each year.
Inoltre, tale modalità produttiva genera un’impressionante quantità di emissioni di gas serra. I campi allagati sono il terreno fertile perfetto per microrganismi noti come metanogeni. Queste forme di vita microscopiche prosperano in ambienti privi di ossigeno, perché si sono evolute quando la Terra ne conteneva poco. I metanogeni sono gli unici organismi in grado di produrre metano, un gas serra 25 volte più potente dell’anidride carbonica nell’intrappolare il calore nell’atmosfera. Ad esempio, le mucche sono famose per emettere metano a causa dei metanogeni nel loro stomaco. In una risaia allagata, i metanogeni mangiano il materiale organico e si moltiplicano rapidamente nel terreno sommerso, rilasciando al contempo copiose quantità di metano. Il risultato: la coltivazione del riso contribuisce a circa il 12% delle emissioni di metano causate dall’uomo ogni anno.
But there's good news. Rice doesn't actually need to grow in continuously flooded paddies. Researchers and growers are exploring water management strategies that can cut the methane while keeping the yield. One promising technique is known as alternate wetting and drying. Growers periodically let the water level drop, which keeps methanogen growth in check. Alternate wetting and drying can cut water use by 30% and methane emissions by 30 to 70% without impacting yield.
Ma ci sono buone notizie. Il riso non ha davvero bisogno di crescere in risaie allagate. Ricercatori e coltivatori stanno valutando strategie di gestione idrica che possano ridurre il metano mantenendo la resa. Una tecnica promettente consiste in cicli di bagnatura e asciugatura. Ciclicamente vengono fatti calare i livelli d’acqua per tenere sotto controllo i metanogeni. Questi cicli possono ridurre il consumo di acqua del 30% e le emissioni di metano del 30-70% senza influire sulla resa.
Greenhouse gases come from many— sometimes unexpected— places. Making rice growing more sustainable is just one of the many challenges we'll need to face to avoid catastrophic warming. Today, many rice growers still flood fields all season long. Changing millennia-old practices requires a major mindset shift. But going against the grain could be just what we need to keep our planet healthy and our bowls full.
I gas serra hanno origine in molti luoghi, a volte inaspettati. La sostenibilità della risicoltura è solo una delle tante sfide da affrontare per evitare un riscaldamento catastrofico. Ad oggi, molti coltivatori continuano ad inondare i campi per tutta la stagione. Cambiare pratiche millenarie richiede un grande cambiamento di mentalità, ma andare controcorrente potrebbe essere la chiave per tenere il nostro pianeta in vita e le nostre pance piene.